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Controllo interno

Controllo Interno

Il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (D. Lgs. 12.01.2019, n. 14) prevede importanti mutamenti anche con riferimento alle modalità di gestione e alle procedure inerenti le imprese in difficoltà. In particolare, per garantire la necessaria attenzione al tema della continuità aziendale, la normativa espressamente obbliga l’imprenditore che operi in forma societaria o collettiva (art. 375, c. 2, che modifica l’art. 2086 C.C.) a dotarsi di un adeguato assetto organizzativo, amministrativo e contabile finalizzato, anche, alla rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e perdita della continuità aziendale. L’art. 2086 C.C. prevede che l’assetto organizzativo, amministrativo e contabile sia adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, ma non dispone alcuna esclusione dall’obbligo nemmeno per le microimprese. 

Applicazione al Terzo Settore

– La definizione di “forme e modalità di organizzazione, amministrazione e controllo degli enti ispirate (…) ai principi di efficacia, di efficienza, di trasparenza, di correttezza e di economicità della gestione degli enti”,
– la disciplina degli “obblighi di controllo interno, di rendicontazione, di trasparenza (…), tenendo conto di quanto previsto dal decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231”, sono i principi guida della Riforma del Terzo Settore.
“L’organo di controllo vigila sull’osservanza della legge e dello statuto e sul rispetto dei principi di corretta amministrazione, (…), nonché sull’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile e sul suo concreto funzionamento” (art. 30 D.Lgs. 117/17).
Tali linee guida e principi , richiamano alla nostra attenzione la necessità di implementare all’interno degli Enti del Terzo Settore (ETS) un Sistema di Controllo Interno (SCI) adeguato ed efficace.

Ciò significa che devono essere valutati i principali fattori di rischio aziendale e disegnate le opportune procedure per l’esecuzione delle attività aziendali. Le attività poste in essere, inoltre, devono essere costantemente monitorate e correttamente gestite contribuendo in tal modo ad una conduzione dell’Ente coerente con gli obiettivi aziendali definiti dal top management nell’ambito delle attività di interesse generale.

Controlli I livello

Consistono nelle verifiche svolte sia da chi mette in atto una determinata attività, sia da chi ne ha la responsabilità di supervisione, generalmente nell’ambito della stessa unità organizzativa o funzione.

Controlli II livello

Sono i Controlli indiretti o Controlli sui rischi e sulla conformità volti a monitorare e gestire i rischi tipici aziendali quali il rischio operativo, il rischio finanziario, il rischio di mercato, il rischio di (non) conformità.

Controlli III livello

E' l’attività svolta dall’internal audit il cui compito è rendere noti agli amministratori i flussi informativi generati e gli esiti delle verifiche effettuate. Secondo l’IAA, l’Audit interno è un’attività indipendente ed obiettiva di assurance.